Una posizione per ogni stagione: Vrksasana, l’albero della primavera

Quando si parla di Yoga, una delle prima posizioni (asana) che vengono in mente è sicuramente la posizione dell’Albero, in sanscrito (l’antichissima lingua dello Yoga) Vrksasana.

La primavera, nella medicina tradizionale cinese, è la stagione legata all’elemento legno e quale miglior simbolo può rappresentarla se non l’albero che torna alla vita con le sue nuove foglie e fiori che esplodono in tutta la loro bellezza decorando anche le città più grigie?

E quindi approfittiamo di questa stagione di rinascita e rinnovamento per approfondire questa bellissima asana (senz’altro una delle mie preferite).

L’albero ha da sempre una valenza fortemente simbolica. L’Albero è stato presente nei miti e nelle leggende di ogni cultura e tempo. E’ stato chiamato in vari modi: l’Albero della Vita, l’Albero della Conoscenza, l’Albero del Paradiso, l’Albero dell’Universo.

L’albero secondo M. Eliade diventa una manifestazione archetipale della Potenza. In quanto simbolo di vita, della vita a tutti i livelli, dall’elementare al mistico, l’albero è stato assimilato alla madre, alla fonte, portandone tutta la forza ambivalente. Ma esso è simbolo anche fallico, come descritto nell’albero filosofico.

L’albero mette in comunicazione i tre livelli del cosmo: quello sotterraneo, per le radici che scavano la profondità in cui affondano, la superficie della terra, per il tronco e per i rami e infine i cieli per i rami superiori e la cima attirata dalla luce del sole.

L’albero rappresenta, quindi, un elemento di collegamento tra terra e cielo, ha infatti radici forti che lo ancorano alla terra e rami che si protendono verso l’alto. Somiglia molto alla nostra colonna, uno degli elementi centrali della pratica dello Yoga come ci conferma anche la grande maestra Vanda Scaravelli (se non la conoscete andate a documentarvi, non ve ne pentirete!) il cui libro si intitola: “Tra terra e cielo: Risvegliare la colonna vertebrale con la pratica yoga”

Se vogliamo che l’albero s’innalzi al cielo, le sue radici devono essere ben salde

Per questo motivo la prima cosa su cui dobbiamo focalizzarci è il radicamento.

Dalla base solida dobbiamo poi passare a sviluppare il nostro equilibrio. L’equilibrio non è un concetto statico, ma come l’albero è qualcosa di vivo e dinamico, durante la presa della posizione siamo chiamati a fare piccoli continui movimenti di assestamento che ci permettono piano piano di creare il nostro equilibrio sviluppando la nostra propriocezione ossia la nostra capacità di percepire e riconoscere la posizione del nostro corpo nello spazio e lo stato di contrazione dei nostri muscoli, anche senza il supporto della vista, sia in fasi di quiete (statica) come nella posa dell’albero che in movimento (cinestetica).

Ma come fare per prendere tale posizione?

Partiamo da Tadasana, la posizione della montagna, con le piante dei piedi ben radicate e terra, l’addome leggermente contratto ed il sacro ruotato in avanti. Portiamo il peso sul piede destro e mantenendo l’attenzione fissa in un punto per mantenere l’equilibro portiamo la pianta del piede sinistro all’interno coscia destro mantenendo l’anca ben aperta (se fatichiamo a portare il piede nell’interno coscia possiamo tenerlo sotto il ginocchio o sulla caviglia mantenendo la punta a terra per radicarci maggiormente (mai, mi raccomando, all’altezza del ginocchio per evitare di danneggiare l’articolazione).

Le mani possono rimanere congiunte davanti al petto oppure sopra la testa.

Una volta sciolta la posizione andrà ripetuta dall’altro lato.

Che effetti ha questa asana?

  • tonifica i muscoli delle cosce e rende elastiche le articolazioni di anca e ginocchio
  • distende i muscoli della schiena e delle spalle
  • aiuta ad alleviare la sciatica
  • come tutte le posizioni che lavorano sull’equilibrio, migliora la capacità di concentrazione, quieta la mente e permette di lavorare su ansia e stress.

Su quali chakra va a lavorare?

A livello energetico, questa bellissima asana lavora principalmente su Muladhara (primo chakra, legato al radicamento) e Ajna, sesto Chakra connesso all’equilibrio mentale, alla coscienza.

Ci sono controindicazioni?

Non esistono particolari controindicazioni o precauzioni legate a Vrksasana. È però sconsigliata a chi soffre di osteoporosi e di pressione alta (in questo caso le mani vanno tenute unite davanti al cuore e non portate verso l’alto) e a chi ha difficoltà a mantenere la posizione eretta, per problematiche legate alle gambe o alle anche.

Ora non rimane altro che praticare e riscoprire le nostre radici per poterci elevare.

Buona pratica!

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