Spesso in questo periodo molti di noi hanno la possibilità di godere di un tempo di meritato riposo. L’inverno ci invita alla quiete per ricaricare le pile e preparare le energie per affrontare poi il tempo della rinascita e dell’apertura rappresentato dalla primavera.
Spesso abbiamo il cattivissimo vizio di considerare il tempo di quiete un tempo perso invece è un momento che anche la natura al di fuori di noi vive e così dovrebbe fare anche il nostro microcosmo interiore.
Niente di meglio allora che dedicarci allo Yoga (magari nella sua variante più dolce dell’Yin Yoga), alla meditazione e, perchè no, a qualche interessante lettura che ci permetta di avanzare lungo la via della conoscenza.
Ecco quindi un libro che mi sento di consigliare: Il Pensiero Tibetano di Dejanira Bada (nell’immagine la bella copertina), esperta e appassionata di filosofie orientali e meditazione, insegnante di yoga e mindfulness con diverse pubblicazioni di narrativa alle spalle.
In Tibet shiné è la pratica del Calmo dimorare, il percorso della consapevolezza nonché il nome di un famoso dipinto che rappresenta tale percorso: un viaggio iconografico che ci fa vedere, con simbologie chiare, come è possibile “addomesticare” la nostra mente in nove stadi per il fine ultimo della pace e stabilità interiore (che rappresenta il decimo e undicesimo stadio). Un racconto che ispira con immediatezza, adatto anche ad un bambino, e ci fa comprendere su più livelli che tutto è già racchiuso nel nostro potenziale.
Shi significa la base, né significa rimanere. La pratica di Shi-né significa dunque acquisire le capacità di mantenere la nostra concentrazione e stabilità sugli eventi della vita, una capacità che porta grande beneficio per noi e per chi ci sta intorno.
Il fine di questo percorso è la meditazione lhakthong, la pratica della visione profonda o analitica, che ha inizio con il decimo e undicesimo stadio e che gli consentirà di raggiungere l’illuminazione.
Nel testo della Bada siamo invitati a percorrere tale sentiero.
Ecco gli stadi:
- Lascia la tua casa e insegui l’elefante (la mente);
- Raggiungi l’elefante;
- Lancia la corda al collo dell’elefante;
- Addomestica l’elefante;
- Placa la scimmia (l’agitazione);
- La scomparsa del coniglio (torpore e pigrizia);
- Niente più pungolo nè corda;
- L’elefante è domato;
- L’elefante è accucciato;
- e 11. Cavalcare l’elefante con una spada infuocata: l’illuminazione.
Ognuno di questi stadi viene poi approfondito nel libro in modo interessante e scorrevole.
Ed ecco alcune parole dell’autrice: “Dopo innumerevoli pellegrinaggi, anni di studio, di ricerca, di pratica, sto ancora rincorrendo l’elefante. Ma certi giorni riesco a raggiungere un diffuso senso di pace e la mente mi appare come un limpido cielo: allora mi sembra di non aver bisogno di altro”.
Questo libro è sicuramente da consigliare a chi vuole avvicinarsi (o pratica già) la meditazione e a chi segue (o vorrebbe seguire o comunque almeno conoscere) la tradizione buddista.
Non ci resta quindi che cominciare a sfogliare questo libro e meditare…
Sibilla